Con le mani preleva uccellini dai nidi: condannato per uccellagione

Rilevante la potenzialità offensiva dell’azione compiuta da un uomo e concretizzatasi nel prelievo di ben trecentoventi uccellini

Con le mani preleva uccellini dai nidi: condannato per uccellagione

Preleva con le proprie mani dai nidi centinaia di uccellini appena nati: condannato per il reato di uccellagione. Impossibile mettere in discussione la condotta tenuta da un uomo, beccato a ricercare e prelevare nella provincia bresciana volatili con appena sette giorni di vita. Rilevante la potenzialità offensiva dell’azione compiuta dall’uomo e concretizzatasi nel prelievo di ben trecentoventi uccellini. I giudici ricordano, in premessa, che la legge sulla caccia vieta, su tutto il territorio nazionale, ogni forma di uccellagione e di cattura di uccelli e di mammiferi selvatici, nonché il prelievo di uova, nidi e piccoli nati. Ma, aggiungono, l’estensione della nozione di uccellagione anche al prelievo di nidi, uova e piccoli nati appare interpretazione preferibile, anche perché maggiormente rispettosa della ratio legis individuabile nella volontà legislativa di scongiurare il rischio del verificarsi di un depauperamento della fauna avicola a causa delle modalità dell’esercizio venatorio ed in considerazione dell’adozione di particolari mezzi, aventi una potenzialità offensiva indeterminata. Per fare ancora più chiarezza, poi, i magistrati ribadiscono il principio secondo cui la condotta di uccellagione, punibile alla luce della legge sulla caccia, è integrata da qualsiasi atto diretto alla cattura di uccelli con mezzi diversi dalle armi da sparo e con potenzialità offensiva indeterminata, o comportante una maggiore sofferenza per gli animali, non essendo invece richiesta l’effettiva apprensione dei volatili. Pertanto, una interpretazione della nozione di uccellagione non inclusiva di uova, nidi e piccoli nati priverebbe di sanzione, senza alcuna logica, una condotta che, se posta in essere con potenzialità offensiva indeterminata, impedirebbe alle specie di arrivare all’età adulta, cagionando una ben più grave offesa alla fauna selvatica rispetto a qualsivoglia attività prodromica alla cattura. (Sentenza 10737 del 14 marzo 2023 della Corte di Cassazione)  

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