Dieselgate, dispositivo vietato sul veicolo: possibile la risoluzione del contratto
Fatale la presenza di un software che garantisce il rispetto dei valori limite di emissione di ossido di azoto unicamente in un determinato intervallo termico

Possibile la risoluzione del contratto relativo all’acquisto di un veicolo diesel se si appura che su di esso è installato un software che, a temperature ordinarie e per la maggior parte dell’anno, riduce l’efficacia del sistema di controllo delle emissioni. Per i giudici ci si trova di fronte a un impianto di manipolazione vietato e, in sostanza, a un vizio non minore. Questa la posizione dei giudici comunitari, chiamati a prendere in esame le istanze di alcuni acquirenti di veicoli Volkswagen dotati di un software che riduce il ricircolo dei gas inquinanti del veicolo a seconda, in particolare, della temperatura rilevata, istanze mirate ad ottenere l’annullamento dei contratti di acquisto. I giudici comunitari sanciscono che un dispositivo che garantisce il rispetto dei valori limite di emissione di ossido di azoto unicamente in un determinato intervallo termico costituisce un impianto di manipolazione vietato, poiché riduce l’efficacia del sistema di controllo delle emissioni in condizioni di uso normali. Per quanto riguarda i diritti dei consumatori nel caso in cui abbiano acquistato un bene non conforme al contratto, i giudici chiariscono che la risoluzione è esclusa se il difetto di conformità del bene è minore. Nella vicenda in esame, però, non ci si trova di fronte ad un minore difetto di conformità, anche supponendo che il consumatore, se fosse stato al corrente dell’esistenza e del funzionamento del dispositivo incriminato, avrebbe comunque acquistato tale veicolo. Di conseguenza, la risoluzione del contratto non può essere esclusa. (Sentenze del 14 luglio 2022 della Corte di giustizia dell’Unione Europea)