Dubbi su alcuni pagamenti effettuati dall’ex amministratore: il condominio può ottenere la restituzione di quelle somme
L’amministratore è tenuto a fornire prove solide per dimostrare la propria diligente gestione nonché l'attinenza all'incarico degli esborsi

Se l’ex amministratore del condominio non riesce a legittimare alcuni pagamenti da lui effettuati durante il mandato relativo alla gestione dello stabile, allora è sacrosanta la sua condanna a restituire quelle somme al condominio. Questo il paletto fissato dai giudici, i quali hanno ricordato che l'ex amministratore deve fornire prove solide per dimostrare la propria diligente gestione nonché l'attinenza all'incarico degli esborsi, se vuole andare esente da responsabilità per inadempimento contrattuale. Ciò anche perché l’amministratore di condominio, nell'esercizio delle sue funzioni, assume la veste di mandatario dei condòmini ed ha, pertanto, l'obbligo di eseguire il mandato conferitogli con la diligenza del buon padre di famiglia. L'incarico conferito all'amministratore è assimilabile ad un mandato con rappresentanza per l'esecuzione di tutti gli affari attinenti alla gestione condominiale, fatta esclusione per gli atti eccedenti l'ordinaria amministrazione. E, perciò, in caso di uscite non giustificate da parte dell'amministratore nonché di numerosi prelievi dal conto corrente condominiale non supportati da riscontri idonei a dimostrare la correlazione con spese effettuate nell'interesse dell'ente di gestione, il condominio può agire per ottenere dall'ex amministratore la restituzione delle somme indebitamente incamerate o pagate a terzi senza giustificazione. (Sentenza del 21 marzo 2023 del Tribunale di Torino)