Mediazione immobiliare: nulla la clausola che prevede la maturazione del diritto alla provvigione in una fase non corrispondente alla conclusione dell’affare

Il compenso del mediatore, in caso di mancata conclusione dell'affare, trova giustificazione nello svolgimento di una concreta attività di ricerca di terzi interessati, attraverso la predisposizione dei propri mezzi e della propria organizzazione

Mediazione immobiliare: nulla la clausola che prevede la maturazione del diritto alla provvigione in una fase non corrispondente alla conclusione dell’affare

Nulla la clausola che, inserita nel contratto di mediazione, prevede la maturazione del diritto alla provvigione in una fase non corrispondente alla conclusione dell’affare, così stravolgendo il fondamento causale dell’operazione economico-giuridica posta in essere dalle parti. I giudici aggiungono, per maggiore chiarezza, che la clausola che attribuisce al mediatore il diritto alla provvigione anche nel caso di mancata conclusione dell'affare per fatto imputabile al venditore può presumersi vessatoria, e quindi inefficace, se le parti non abbiano espressamente pattuito un meccanismo di adeguamento di tale importo all'attività sino a quel momento concretamente espletata dal mediatore. In sostanza, va applicato il cosiddetto principio di gradualità, la cui ratio va ravvisata nell'esigenza di garantire, nei contratti a prestazioni corrispettive come il contratto di mediazione atipica preso in esame dai giudici, il rispetto del sinallagma contrattuale, dovendo trovare la prestazione di una parte il proprio fondamento nella controprestazione dell’altra parte, al fine di evitare il ricorrere di situazioni di indebito arricchimento ai danni del contraente debole del negozio perfezionato. Tirando le somme, il compenso del mediatore, in caso di mancata conclusione dell'affare, trova giustificazione nello svolgimento di una concreta attività di ricerca di terzi interessati, attraverso la predisposizione dei propri mezzi e della propria organizzazione. I giudici precisano inoltre che l’accertamento relativo all'abusività della clausola va svolto anche nell'ipotesi in cui sia prevista l’anticipazione della maturazione del diritto alla provvigione, al fine di evitare che il diritto al compenso possa essere fissato in misura indipendente dal tempo e dall'attività da questi svolta. (Sentenza 9612 dell’11 aprile 2023 della Cassazione)

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