Minacce su YouTube ai giudici: la condanna dell’autore richiede la conoscenza del video

Dopo aver diffuso online un video in cui minacciava magistrati e membri del CSM attraverso YouTube, l'uomo era stato rinviato a giudizio. Tuttavia, la Corte di cassazione ha sovvertito la decisione dei giudici di primo grado

Minacce su YouTube ai giudici: la condanna dell’autore richiede la conoscenza del video

La vicenda in questione riguarda la condanna di un uomo ai sensi dell'art. 338 del codice penale per aver minacciato i membri del Consiglio Superiore della Magistratura in un video pubblicato su YouTube nel 2020. L'uomo lamentava un torto subito da parte dei giudici oltre vent'anni prima e chiedeva un risarcimento del danno. Tuttavia, decideva di appellarsi alla Corte di cassazione, affermando che le minacce erano poco credibili e che il contenuto dell'audio-video non era stato effettivamente portato a conoscenza dei destinatari, come in precedenza ipotizzato dalla Corte d'Appello.

La Corte di cassazione accoglie il ricorso, poiché sottolinea la necessità di accertare se la minaccia, se non espressa direttamente al destinatario, sia effettivamente giunta a conoscenza di quest'ultimo. In caso contrario, il reato si configura come tentato anziché consumato. Nel caso specifico, non è emerso che l'uomo avesse manifestato la minaccia direttamente ai Magistrati coinvolti, ma l'aveva diffusa tramite YouTube: pur garantendo una diffusione ampia e rapida del messaggio, questo canale non assicura automaticamente che i diretti interessati ne siano a conoscenza.

Le modalità di comunicazione richiedevano quindi al giudice di verificare se il contenuto del video postato dall'uomo fosse stato effettivamente recepito dai soggetti coinvolti. Di conseguenza, il ricorso viene accolto in quanto non è stato provato che il messaggio audio-video era stato effettivamente portato all'attenzione dei destinatari. La Cassazione, quindi, annulla la condanna dell’uomo (Cass. n. 23213 del 10 giugno 2024).

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