Respinta la tesi di una ditta sconfitta, secondo cui i costi dichiarati sono eccessivamente ridotti
Il riferimento al costo del lavoro non è sufficiente per mettere in discussione l’aggiudicazione dell’appalto. Respinta l’azione giudiziaria con cui una società ha messo in discussione la decisione presa da una pubblicazione in merito all’affidamento di un servizio. Per i giudici non si può ignorare che il costo del lavoro -fermo il doveroso rispetto dei salari minimi previsti dai contratti collettivi – non è un costo standardizzato e uguale per tutte le imprese. Quindi esso non può essere predeterminato in modo rigido dalla stazione appaltante e previamente scorporato sulla base di indicazioni da essa proveniente. Difatti, il costo del lavoro è un elemento che può variare in relazione all’organizzazione e all’efficienza dell’impresa. Nella vicenda in esame si è appurato che bando e disciplinare di gara non prevedevano un livello di specificazione delle risorse impiegate e secondo il giudizio del responsabile unico del procedimento i costi dichiarati dalla ditta che si è aggiudicata la gara sono coerenti con gli elementi di contesto che ne caratterizzerebbero l’attività (Sentenza 74 del 20 dicembre 2021 del Tribunale amministrativo regionale della Valle d’Aosta)