Le critiche sulle modalità gestorie dell’amministratore di condominio rientrano nel diritto di critica
Il Tribunale di Paola ha precisato che rientra nel diritto di critica l’aspra censura sull’operato gestorio che non mira alla denigrazione e offesa personale, dell’ amministratore di condominio.

Un condomino criticava aspramente l'amministratore definendolo "sgradevole" e accusandolo di pratiche vicine all'estorsione, durante un'assemblea. L’amministratore ha quindi, citato in giudizio il condomino per risarcimento danno derivatogli dalla condotta diffamatoria e calunniosa. Nell’assemblea, il convenuto aveva infatti pronunciato le seguqneti parole: «lei è sgarbato, sgradevole, incline alla polemica e anche alla minaccia…» Soggiungeva di aver «appurato che ci sono artigiani locali che, richiesti, si rifiutano di venire a prestare la loro opera in questo complesso residenziale, perché dicono che lei pretende che loro pratichino ai clienti prezzi che ricomprendono esosi e odiosi sovrapprezzi che rendono sconvenienti i loro servigi, differentemente da come potrebbero e vorrebbero. E questa pratica, signor… non solo è sleale, è proprio illecita. Nel codice penale si chiama estorsione».
A seguito di tale episodio, l'amministratore non veniva riconfermato e ha iniziato a soffrire di disagi emotivi, cosicché rivendicava il risarcimento per danni non patrimoniali e patrimoniali (per il mancato rinnovo).
Il Tribunale ha deciso che le espressioni usate non costituiscono diffamazione o calunnia, ma piuttosto un'ingiuria. Secondo la legge, l'esercizio del diritto di critica richiede veridicità, rilevanza sociale e rispetto nel linguaggio. Il comportamento del condomino è stato considerato legittimo in quanto mirava a esprimere disapprovazione dei comportamenti denunciati e delle modalità gestorie. Le espressioni utilizzate infatti, non miravano alla denigrazione e alla offesa personale.
In conclusione, le parole usate possono rientrare in una forma di critica severa all'operato dell'amministratore, non erano mirate a offendere, ma a esprimere un giudizio negativo.